"Non siamo davvero solisti nemmeno nella nostra vita, ma la scena di un dialogo a più voci, tutte, purtroppo, forse, dello stesso valore".
( Göran Tunström )


martedì 31 agosto 2010

granelli di sabbia

Lo sento sul viso il suo calore, a tratti violento altre volte semplicemente caldo. Lo sento che mi scava il volto, che mi asciuga i liquidi, che mi colora d'oro, questo sole di fine agosto.
La situazione qui in spiaggia è molto calma: ci si sdraia al sole, ci si spalma insistentemente la crema protettiva sulla pelle, insistendo con dei massaggi prolungati nel tentativo di dare corpo a desideri di carezze di altre mani.

Ci si annoia anche, le sigarette si consumano alla velocità del vento e allora in qualche modo ci si distrae, si cerca di cogliere lo sguardo più curioso, si indugia ad osservare un corpo esposto al sole, ti tenta di carpire parti di un pettegolezzo dall'ombrellone vicino; qualsiasi cosa pur di movimentare una giornata che sembra variare soltanto dalle folate di vento sulle dune sabbiose.
E in sottofondo il rumore del mare, sempre uguale ma allo stesso tempo cangiante, e pare che ogni onda trasporti un suono, come un canto di mille voci che sembra cullare il tempo.

L'aria però è carica di attesa, come se tutti aspettassero un segnale che dia il via alle danze, come se tutta questa umanità esposta al sole nascondesse un istinto predatorio, un accumulo di energia sensuale che potrebbe travolgere come un mare in burrasca.
Sento i granelli di sabbia sulla pelle e la mia mano che istintivamente cerca di toglierli indugiando però con troppa delicatezza per non irritare: vedo occhi che osservano il gioco delle mie dita, occhi che scorrono lungo le mie gambe per poi tornare velocemente sù ad incrociare i miei e sostare quell'attimo in più del necessario perché il tutto non sembri privo di interesse.

Osservo che in questo mare di corpi nudi e seminudi che mi circondano la cosa più erotica sono i baci.

Baci sfiorati, teneri, dati sotto la luce del sole che sembra esaltarne al massimo la loro carica sensuale e affettiva.
Baci salati, contornati da abbracci e struscimenti, in mezzo al mare, come se l'acqua fosse una coperta che preserva l'intimità degli amanti.
Baci così rari, chissà perché, c'è quasi il timore di lasciarsi andare, di esprorre alla luce del sole le proprie passioni ed insieme ad esse qualche piccola debolezza, come se avessero il potere di renderci vulnerabili. 
Ma i baci d'agosto hanno anche il sapore del gioco, della voglia di costruire qualcosa con l'altro anche se breve, un gioco che ti permette di recitare una storia, di inventarti una vita, di scoprire l'altro attraverso la pelle, di sentire le sue mani tra le tue, i corpi aggrovigliati, i giochi di sguardi.

Rovistando nei cassetti, tra foto di Herb Ritts e il ricordo di una vacanza in Gran Canaria.